lunedì 8 agosto 2011

Giorni 6 e 7

Siamo in ucraina da 24 ore. È stata un'esperienza passare la frontiera. I dannati retaggi fascio-comunisti di queste parti lavorano in maniera malsana sulle menti dei doganieri che sfogano la frustrazione di un impiego nella no-man's land, accanendosi sugli integralisti di shengen. Una maestrina corpulenta poco più che trentenne ha fatto valere su di me (kanjano) il potere conferitole dalle mostrine sulla sua camicetta. Ha passeggiato il mio passaporto in lungo e in largo per la dogana cercando scuse per invalidarlo, tra cui il singolare fatto che la mia firma non coincidesse con quella del questore. Dopodiché una specie di kapó ci ha urlato in russo l'importanza del secondo timbro e ci ha infilato in macchina un personaggio rancido addetto all'estorsione di spicci. Costui ci si é installato sui sedili tutto toccando e manomettendo, fino a domandarci di suonargli il flauto mentre rovistava tra i miei disegni. La gara di nervi l'ha vinta lui e io gli ho messo sotto il naso il passaporto con 20 euro dentro. Ha continuato l'insulsa pantomima per un po' ed é andato via senza nemmeno ritirare la mancia. Insomma, siamo dall'altra parte. Lo shock culturale é estremo, irraccontabile. Le strade rattoppate alla meno peggio, le umanitá randagie, la natura sublime. Notte a Mukachevo, tutta la giornata di oggi in viaggio: 400km in otto ore, ma alla fine Khmelnitsky, altra regione nucleare, cittâ di grande accoglienza. Al momento couch-surfiamo in uno splendido appartamento teletrasportato chissá come in un palazzone edificato a metá. Domani dintorni. Adesso sogni d'oro. Su ulule.com/unforget il vostro prezioso contributo.

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