sabato 20 agosto 2011

Slavutich e Chernobyl.


Slavutich é la cittadina sorella di Prypiat: lì vivono le migliaia di persone che dall'86 dedicano la loro vita allo smantellamento della centrale di Chernobyl. É un posto surreale, costruito a tavolino, una città senza storia, un agglomerato modello, una scenografia ipervivibile. Ci abbiamo passato due giorni, ci hanno accolto due angeli, ci hanno raccontato le loro esistenze a contatto col "mostro", che visto dalla finestra di casa smette quasi di fare paura. Dina ricorda ancora gli autobus che inghiottono lei, la sua famiglia, i vicini per portarli via per sempre dalla loro vita serena. Ci accompagna a Kiev questa giovane mamma e si commuove riconoscendo i suoi ricordi personali tra le teche del museo di Chernobyl. Ma dinanzi al mostro ci presentiamo da soli. O meglio, alla mercé di una guida che ci trascina da un lato all'altro dell'exclusion zone. I sentimenti sono contrastanti, ma prevale il fastidio per la profanazione di un passato che non ci appartiene: un'oscena passeggiata tra i resti di un mondo morto troppo giovane. Scriviamo da rivne adesso. I cuori barcollano.

Qui i due reattori incorniciano il sarcofago

L'alllontanamento dal reattore

lunedì 15 agosto 2011

Aggiornamenti - Domani 16 Agosto

Non ci arrendiamo cosi` facilmente. Trovata alternativa: domani si va a Slavutych. E forse si intervista anche il sindaco.
Intanto andate a vedere che diamine di posto e`.

Bivio.

Questa mattina, dopo essere stati aggrediti da un dannato bolscevico in Mercedes mentre ci dirigevamo verso Slavutych, percorsi una settantina di Kilometri in mezzo ai boschi, ci imbattiamo nell`ennesimo Check point, ingresso di una citta` militare di cui ignoravamo l`esistenza. Un cordiale energumeno in mimetica ci ha mostrato le alternative per arrivare alla nostra meta, raggirando, attraverso un centinaio di kilometri di sterrato, l`inatteso insediamento. In mezzo alla foresta, chiaro.
A voi un piccolo convulso videodiario.

il dubbio


la decisione

(ad un certo punto ci vedrete a testa in giu`. Esigenze di regia.)

domenica 14 agosto 2011

10 - 13 agosto (intervallo)

Penetrata l`Ucraina, le nostre vite non sono piu` le stesse. Questo e` certo. Ogni volta che ci capita di affacciarci ad una nuova finestra o passare un uscio ignoto, l`impatto e` violento. Non riusciamo ancora a cogliere una regola ucraina: ogni villaggio, ogni citta`, ogni persona e` un mondo a se`. Lasciata Khmelnitsky e la sua gente un po` disillusa, mollata una mazzetta a due ciccioni in divisa, ci siamo rimessi sulle strade disastrate (alle quali iniziamo ad assuefarci) di questa specie di Sicilia gigante e ci siamo precipitati ad Odessa. Un pianeta a parte. Accolti e coccolati da Leonardo, couchsurfer equadoregno, ci siamo allontanati un milione di anni luce dal nostro argomento d`indagine. Odessa ha i turisti, e` bagnata dal Mar Nero, Chernobyl non e` mai esistita. Abbiamo ripreso a respirare. Abbiamo quasi evitato di chiedere, per non distogliere i nostri ospiti dal loro sano bel vivere. Solo poche ore prima di ripartire, proprio dentro una Dacia russa, in un villaggio a pochi passi dalla spiaggia, abbiamo `rubato` una piccola intervista: la padrona di casa ha acconsentito a raccontarci una sua esperienza personale risalente all`86. Parecchio legata all`irresponsabile mutismo sovietico.


Adesso siamo a Kiev, da non piu` di un`ora, sempre piu` vicini alla nostra meta. Continuiamo il nostro viaggio nel tempo. Continuiamo a mettere da parte giga e giga di materiale, ma non riusciamo ancora ad immaginare dove ci sta portando il percorso disegnato poche settimane fa.